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05 Novembre 2014 - Compagno Renzi. Poca è la differenza tra chi l’ha preceduta e il suo governo, in questo Paese destinato al baratro - I documenti di Jesolo, Claudio Vianello che ti documenta senza ipocrisie. Ti tiene quotidianamente aggiornato sulla vita politica e non di Jesolo, con commenti, approfondimenti, opinioni sui fatti di attualità in Jesolo e qualche altra notizia" Il Diario di Jesolo - Il Blog " di Jesolo

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05 Novembre 2014 - Compagno Renzi. Poca è la differenza tra chi l’ha preceduta e il suo governo, in questo Paese destinato al baratro

Rubrica a TuttoTondo > Venti14 TuttoTondo > della serie, va tutto bene

Dalla serie" Va tutto Bene "
Evviva il Jobs Act ! Compagno Renzi

di Claudio Vianello Venti14©


Compagno Renzi. Poca è la differenza tra chi l’ha preceduta e il suo governo, in questo Paese destinato al baratro.

Mi spiego: in tutti gli ultimi governi, indistintamente, il presidente del Governo Italiano di turno, ha sempre detto di vedere la luce in fondo al tunnel.
Noi cittadini Italiani almeno per adesso la luce non la vedremo mai, se non pagando la bolletta dell’Enel.
E sarà così fino a che, voi politici di qualsiasi colore e casacca siate, non capirete che non si può produrre impresa con il Jobs Act. Dovete salvaguardare le imprese che già esistono sul territorio Italiano, e far sì che queste non abbiano da chiudere. Questo è il mio pensiero.
Dall’inizio dell’anno in Italia, sono fallite oltre 10mila imprese, dato che porta nei primi 9 mesi dell’anno un  19% in più rispetto al precedente anno. Due sole parole: " Uno schifo".

Invece, nel terzo trimestre del 2014 hanno dichiarato la cessazione della propria attività 56.382 imprese in Italia. Se facciamo il conto di 2 dipendenti in media per ogni impresa, i conti sono subito fatti, 112764 persone sono rimaste a piedi, per la strada e disoccupate.
E voi siete ancora lì, fissati alla cadrega con l’attack, ma purtroppo di novità non se ne vedono, se non nuove tasse o balzelli, chiamateli come volete. Quest’anno poi e il prossimo, saranno gli enti locali che tasseranno, perché, tra municipalizzate e meno trasferimenti dallo Stato centralista dovranno far quadrare i bilanci e allora alla ricerca di nuove fonti e luci. L’unica fonte e luce in Italia è molto semplice: tassare, tassare e tassare ancora.

Questo scriveva la settimana scorsa il CNA: Nel 2000 hanno chiuso 16.697 imprese ma, contemporaneamente, ne sono state aperte 24.628, per un saldo positivo di quasi 8mila imprese. Sul totale delle nuove imprese di ogni dimensione e settore, una su tre era artigiana. Le nuove imprese artigiane, nate nei primi nove mesi del 2014, sono appena 17.835, il dato più basso degli ultimi quindici anni. Il sistema produttivo italiano sta perdendo il suo tratto fondativo. Le imprese artigiane sul totale delle nuove nate oggi in Italia, si sono ridotte al 25%, solo una su quattro, ovvero 4.458 unità…
Quando va male l’artigianato, e oggi va veramente molto male, va molto male l’Italia intera !!!
Fatta questa premessa ecco come vive oggi in Italia un artigiano che vorrebbe continuare a produrre il" Made in Italy", parola tanto acclamata da tutta la classe politica Italiana perché "Punta di Diamante"
Adesso parlo io, la mia impresa è nata quando Lei era appena stato concepito, ovvero nel 1974, esattamente quarant’anni fa.
Ho sempre pensato che, il fare impresa potesse voler dire creare reddito, per star bene. Così doveva essere. Ma ahimè negli ultimi anni in Italia fare reddito vuol dire fare anche debito, perché per pagare le tasse ci si deve recare in banca e fare un debito, pardon un prestito. Poi se sei fortunato, ti prendi pure qualche sanzione, perché non sei riuscito a pagarle in tempo, le tasse. C’è anche la mala ipotesi che qualcuno di noi poi, nell’arco di qualche anno di tassazione, invece di creare reddito crea un debito e alla fine: si toglie la vita. Questa vita non è la vostra, come sostenuto più volte da Papa Francesco, ma che comunque, voi invece ci togliete.
Nel 2010 sono stato premiato con la medaglia d’oro dalla Camera di Commercio di Venezia, per aver mantenuto in attività lavorazioni caratteristiche, tradizionali o artistiche. Lei potrà pensare: però!!! No! Perché quella medaglia gliel’ho rispedita al mittente, sono medaglie che noi artigiani paghiamo quotidianamente e spesso anche con la vita, questo è il "Made in Italy".
Qualche anno fa, avevo pensato di trasferirmi in Austria con l’azienda, visto che il 99% del mio prodotto è destinato all’export, ma poi mi sono detto: perché devo abbandonare il mio Paese?
Bene ho deciso che rimarrò in Italia e continuerò a creare le mie "Lighting Sculptures ", però non assumerò più nessuno. In Italia assumere vuol dire dimostrare che l’imprenditore deve guadagnare più del dipendente, un tempo forse sì, oggi non è più così. L’artigiano di oggi è l’artista del XV e XVI secolo, quando si creavano meraviglie uniche, oggi invece creiamo opere così chiamate "Made in Italy" dando la nostra vita a chi? Questa è una delle motivazioni del perché le imprese artigianali in Italia stanno scomparendo, non lamentatevi poi, dei disoccupati che sono sempre e costantemente a 2 cifre, molti di noi se ne stanno andando, e tra questi moltissimi giovani….
Non vi potete lamentare che in Italia le imprese straniere non vengono ad investire. È naturale che non arrivi   nessuno. La cosa peggiore è, che molti di noi se ne sono già andati e non ritorneranno più.
È un vecchio dejà vu,  solo sabbia negli occhi. Quando un’impresa decide di spostare la propria attività, esce dal mercato Italiano e non ritornerà più in Italia.
Sveglia, sveglia e sveglia! Dove state vivendo, forse nel" Paese dei Balocchi" di Pinocchio?
C’è una cosa che mi piace in Lei, la sua volontà di cambiamento. Peccato, peccato e peccato che Lei sia un baluardo in balia della bora e dei venti...
Dovete fermare questa emorragia di imprese artigiane che sono la vera punta di diamante Italiana, non sono le grandi aziende, queste fanno le loro conto lavorazioni all’estero, occupando manodopera nei paesi stranieri, perché il costo della manodopera è inferiore a quello Italiano. Spesso si sente parlare di questa e/o quella azienda che licenzia 150/200 dipendenti o di più ancora, e forse questo fa eco, fa audience. Ma non ho mai sentito parlare di quelle migliaia di persone che chiudono la loro bottega artigianale e sono migliaia di italiani che vengono a mancare al mercato d’impresa assieme ai loro dipendenti. Queste micro imprese non fanno scalpore come i 2/300 dipendenti licenziati, ma se sommiamo, quanti artigiani e collaboratori sono rimasti a piedi, tutti insieme, sicuramente sono molti di più, non a due zeri ma tre, quattro zeri!
Forse questi erano gli evasori su cui voi e i suoi precedenti colleghi vi siete accaniti quotidianamente, per poi metterli sul lastrico e qualcuno di questi si è tolto anche la vita.
Non sono i piccoli che evadono, ma le grandi aziende che con le loro triangolazioni eludono il fisco.
Grazie Paese Italia….
Qui sotto è quanto un’impresa individuale paga di tasse allo Stato Italiano con evidenziati anche i contributi INPS evidenziati su chi ha aperto prima del 31.12.1995 e chi dopo! Perché cambiano anche qui le tasse o meglio i contributi INPS.
Secondo Lei vale ancora la pena di produrre reddito???
Ecco perché io non assumerò più nessuno e come me migliaia di altre imprese in Italia, e molti di questi poi, isseranno bandiera bianca e si arrenderanno…per sempre!!!
Queste le scadenze delle tassazione dal sito dell’Agenzia delle entrate
NB.
 I versamenti delle persone fisiche
Salvo proroghe, il saldo che risulta da Unico Pf e l’eventuale prima rata di acconto devono essere versati entro il 16 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione, oppure entro i successivi 30 giorni pagando una maggiorazione dello 0,40%. La scadenza per l’eventuale seconda o unica rata di acconto è invece il 30 novembre.
L’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata in quell’anno (riferita, quindi, all’anno precedente), al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a 51,65 euro. L’acconto, a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2013, è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno (Dl 76/2013) e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto non supera 257,52 euro
due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima pari al 40% entro il 16 giugno (insieme al saldo), la seconda – il restante 60% - entro il 30 novembre.

Attenzione: il contribuente che prevede di dichiarare, l’anno successivo, una minore Irpef (a causa, ad esempio, di oneri più alti o di redditi più bassi) può determinare gli acconti da versare sulla base di tale imposta inferiore.
Il saldo e la prima rata di acconto possono essere versati in rate mensili (l’acconto di novembre deve essere pagato in unica soluzione). In ogni caso, il versamento rateale deve essere completato entro il mese di novembre.

Proiezione di tassazione per un artigiano con ditta aperta  prima e dopo del 31.12.1995 con un reddito netto 40 mila Euro
Saldi  
        Irpef        11.520,00
        Addizionali    612,00
        Inps          5.360,00
        Irap           1.560,00
Ammontare       19.052,00
1° Acconto
        Irpef         4.608,00
        Addizionali     36,00
        Inps         2.717,70
        Irap            624,00
Somma saldo + 1° Rata 27.037,70 e non è ancora finita
2° Acconto entro il 30 di Novembre
        Irpef         6.912,00
        Inps         2.717,70
        Irap            936,00
Somma 2° rata 10.565,70
Totale imposte  su un reddito di 40 mila Euro da pagare 37.603,40

Questa invece, la proiezione di tassazione per un artigiano con ditta aperta prima del 31.12.1995 con un reddito netto 100 mila Euro
Saldi  

        Irpef        36.170,00
        Addizionali  1.530,00
        Inps         13.468,00
        Irap           3.900,00
Ammontare       55.068,00
1° Acconto
        Irpef         14.468,00
        Addizionali     90,00
        Inps           6.946,86
        Irap            1.560,00
Somma saldo + 1° Rata 78.132,86  e non è ancora finita
2° Acconto entro il 30 Novembre
        Irpef         21.702,00
        Inps            6.946,86
        Irap             2.340,00
Somma 2° rata  30.988,86
Totale imposte  su un reddito di 100 mila Euro da pagare 109.121,72
La proiezione invece di tassazione per un artigiano con ditta aperta dopo il 31.12.1995, sempre con un reddito netto di 100 mila Euro gli importi peggiorano. Aumenta tassazione, pardon, la contribuzione Inps alle 109.121,72 di tasse da pagare per chi ha aperto prima del 31.12.1995 bisogna aggiungerci 10.668,44 che portano la tassazione pari a 119.790,16
In lettere cubitali
CENTODICIANOVEMILASETTECENTONOVANTAEURO VIRGOLA I ROTTI…….





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