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Raffaello Sanzio

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Approfondimenti su Raffaello Sanzio


Raffaello nacque a Urbino «l'anno 1483, in Venerdì Santo,e morì il 6 aprile 1520, a soli 37 anni, nel giorno di Venerdì Santo.

"Nacque adunque Raffaello in Urbino, città notissima in Italia, l'anno 1483, in venerdì santo, a ore tre di notte, di un Giovanni de' Santi, pittore non molto eccellente (.). Cresciuto che fu, cominciò ad esercitarlo nella pittura, vedendolo a cotal arte inclinato".Giorgio Vasari racconta la vita di Raffaello Sanzio con sicurezza e dovizia di particolari cui è lecito fare fede. Condotto dal padre alla corte d'Urbino, sotto la protezione di Giovanna Feltria, Raffaello è un pittore precocissimo. Quando Giovanni muore, nel 1494, egli rimane completamente solo, già mancandogli la madre. Nonostante la giovane età, Raffaello ha già potuto ammirare l'arte del grande Pietro Perugino e dell'architetto Bramante. Sotto la commissione di Evangelista di Piandimeleto, scolaro del padre, egli attende alla sua prima commissione importante. Già nel 1497, lavora presso la bottega del Perugino, suo vero maestro, del quale l'influenza è evidente soprattutto nelle primissime opere.Un contratto del 10 dicembre 1500 prevede che il Piandimeleto, con l'aiuto di Raffaello, realizzi una Pala in onore di Nicola da Tolentino, nella chiesa di Sant'Agostino a Città di Castello. L'apporto del tutore è quasi nullo e l'opera dimostra le precoci capacità artistiche di Raffaello. Da questa data in poi, la vita dell'artista è una frenetica corsa da una città all'altra, intento spesso a più opere in contemporanea, di cui si occupa interamente da solo. Nonostante la calma perfetta dei suoi dipinti, Raffaello vive con un ritmo frenetico e nei primi anni del Cinquecento realizza un cospicuo numero di opere: l' "Incoronazione della Vergine" (1503), lo "Sposalizio della Vergine (1504), la "Pala Ansidei", la "Pala Colonna", la "Deposizione per Atalanta Baglioni", il "Cristo in gloria e i Santi", tutte opere realizzate a Perugia; la "Madonna Connestabile", la "Dama con l'unicorno", la "Madonna del cardellino", i "Ritratti Doni", la "Sacra famiglia Casigliani", realizzate tra il 1504 e il 1508 a Firenze. Nella prestigiosa capitale artistica toscana, Raffaello si è recato con il desiderio di ottenere committenze e fama.
Negli stessi anni, egli compie un viaggio ad Urbino, lavora per breve tempo in città per poi tornare a Firenze, forse tentando, senza esito, di farsi affidare la decorazione di Palazzo Vecchio, disattesa ormai da Michelangelo e Leonardo. Nel 1509, risulta tra i pittori stipendiati presso la corte pontificia di Giulio II della Rovere. E' qui che egli realizza il suo capolavoro, affrescando le Stanze Vaticane. Quella della Segnatura, con cui inizia, gli fa subito ottenere il plauso e l'ammirazione di tutta la corte e di umanisti quali Bembo, Inghirami, Tebaldeo, di letterati come l'Aretino, il Castiglione e il Bibbiena.Raffaello con la sua opera incarna perfettamente l'arte moderna e riassume i valori umanistici del vivere civile, della filosofia classica e della tradizione occidentale.Mentre continua l'opera in vaticano, nel 1511 Agostino Chigi gli richiede la decorazione della sua villa sul Lungotevere della Lungara, Giovanni Goritz gli commissiona l'affresco del "Profeta Isaia", letterati, filosofi del tempo gli richiedono ritratti oggi molto famosi.Ormai al culmine della sua splendida carriera, Raffaello viene preferito ad artisti come Michelangelo, che Leone X lascia inattivo per favorire il pittore urbinate. Dopo la morte del Bramante, egli esegue lavori d'architettura ed è nominato direttore della fabbrica di San Pietro.Nel 1515, realizza dieci cartoni per altrettanti arazzi, da porre sulle pareti della Cappella Sistina. Nel 1516, riceve l'incarico di conservatore delle antichità romane, con la clausola di realizzare una carta topografica di Roma. Questa attività influisce radicalmente sulla sua pittura: assorto nel lavoro, Raffaello realizza splendidi disegni preparatori per le sue opere, lasciandone interamente la fattura agli allievi. Consumato dalla sua vita operosa e frenetica, ammirato e avvolto da leggende sulla vita e sulla sua persona, Raffaello muore il 6 aprile del 1520: pare di venerdì santo, così come era venuto al mondo.




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