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Sono oltre 10mila, infatti, i fallimenti registrati nei primi 9 mesi dell’anno, il 19% in più rispetto al dato – già elevato – dell’analogo periodo del 2013

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La settimana scorsa, l'Unioncamere " Unione delle camere di commercio Italiane" ha dato i numeri


Sono oltre 10mila, infatti, i fallimenti registrati nei primi 9 mesi dell’anno, il 19% in più rispetto al dato – già elevato – dell’analogo periodo del 2013. Sul fronte artigianato, per il terzo trimestre consecutivo si registra un saldo negativo tra aperture e chiusure, dovuto soprattutto alla forte riduzione di iscrizioni (record negativo del decennio e oltre 1.000 unità in meno rispetto a quelle, già modeste, registrate nellostesso periodo del 2013).
Questi sono i dati che unioncamere ha comunicato lo scorso 27 Ottobre. Non c'è per niente da stare allegri, questi dati saranno destinati a peggiorare  entro la fine del 2014.

Questo è quanto ha sostenuto il presidente di UnionCamere Ferruccio Dardanello:

“I dati provenienti dal Registro delle imprese indicano il persistere di una fase di stagnazione che sta colpendo il nostro sistema produttivo frenando la spinta a fare impresa e facendo aumentare le attività economiche che portano i libri in Tribunale”, evidenzia il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Il tema chiave, per dare nuove gambe allo sviluppo, è creare le condizioni per far ripartire il mercato interno, dal cui rallentamento dipendono le sorti di tante nostre imprese, e sostenere il coraggio e le aspirazioni di tante persone, soprattutto giovani, che vorrebbero mettersi in proprio.
Per questo, occorre puntare con decisione sulle politiche attive per il lavoro, per far sì che le energie imprenditoriali del Paese possano tradursi in nuove iniziative economiche: un ambito nel quale le Camere di commercio sono particolarmente impegnate, anche attraverso un Network di 87 Sportelli per il sostegno all’imprenditorialità giovanile su tutto il territorio nazionale. In poco più di 5 mesi dal loro battesimo, abbiamo già accolto quasi 4.700 giovani motivati ad aprire una nuova impresa, assicurando loro percorsi mirati di accompagnamento allo start-up”.

Leggi il comunicato integrale


Secondo il mio modesto parere, credo che, da qui a qualche anno, la maggior parte delle imprese motivate dagli incentivi delle start-up, saranno destinate alla chiusura perchè incapaci di creare reddito. D'altronde il "Paese Italia" tassa in un modo forsennato qualsiasi tipo di attività imprenditoriale, ergo non c'è più la volontà da parte delle micro imprese in Italia, di fare impresa.
Chi vuol fare impresa è costretto e/o sarà costretto a emigrare spostando la propria attività in un Paese, dove la tassazione è inferiore rispetto all'Italia.


EVVIVA , LA LUCE!!




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